IL DIAVOLO SULLE COLLINE (DEDICATA A CESARE
PAVESE)
A
saperla guardare, la strada
ti conta le storie
ti conta le storie
di
tutte le scarpe che consumano
l’aria,
gli incontri, le chiacchiere
il grembiule in ciabatte
la minestra avanzata che scalda
sul fuoco.
l’aria,
gli incontri, le chiacchiere
il grembiule in ciabatte
la minestra avanzata che scalda
sul fuoco.
Finanche
le rondini
coi voli straniti
intessono fili per gli orli a giorno,
coi voli straniti
intessono fili per gli orli a giorno,
e se
il sarto vecchietto
cuce solo per lui
non si arrabbia, non svilisce
il piacere d’incontrarsi coi
paesani alla piazza:
sembra campanile d’altri paraggi,
cuce solo per lui
non si arrabbia, non svilisce
il piacere d’incontrarsi coi
paesani alla piazza:
sembra campanile d’altri paraggi,
quando
a Mostar sparavano fitto,
la
scusa era un dio
la realtà li sgozzavan da polli.
la realtà li sgozzavan da polli.
Ecco
vedi, mi diceva mio zio,
ben che vada la vigna è bastarda
ti prosciuga i sudori, la speranza
e ti porta tremori, verderame e
ben che vada la vigna è bastarda
ti prosciuga i sudori, la speranza
e ti porta tremori, verderame e
i
sogni notturni come tanti debitori.
Ma tu non cedere e vedrai che
poco a poco distilla i suoi umori
come un amore violette
come il calcio della vacca che sgravida.
Ma tu non cedere e vedrai che
poco a poco distilla i suoi umori
come un amore violette
come il calcio della vacca che sgravida.
Sono
occhiate che si srotolano
rapide, come mettersi giacca
e cercare stivali:
si fa in tempo a vedere se spiove
se escan lumache
se nel fumo che accendo
brucian anche gli affanni:
poi tu esci, gridi tutti i
tuoi anni, t’incammini
e io ti seguo
(vitellino in amore)
rapide, come mettersi giacca
e cercare stivali:
si fa in tempo a vedere se spiove
se escan lumache
se nel fumo che accendo
brucian anche gli affanni:
poi tu esci, gridi tutti i
tuoi anni, t’incammini
e io ti seguo
(vitellino in amore)
EL DIABLO POR LAS
COLINAS (DEDICADO A CESARE PAVESE)
Si
sabes mirarla, la senda
te cuenta las historias
te cuenta las historias
de
todos los zapatos que consumen el aire,
de los encuentros, las charlas
del delantal en pantuflas,
de las sobras de sopa
de los encuentros, las charlas
del delantal en pantuflas,
de las sobras de sopa
calentándose
en el fogón.
Hasta las golondrinas,
Hasta las golondrinas,
volando
aturdidas,
tejen
hebras para la vainica.
Y si
el viejo sastre
cose
para él solo,
no se
enfada,
no
menosprecia
el
placer de encontrarse
con
los aldeanos en la plaza:
pareciera
patria chica
de
otros lares,
cuando
en Móstar
disparaban
reciamente.
La
excusa, un dios,
la
realidad los degollaba como a pollos.
¿Sabes?,
me decía mi tío,
por buena que salga, la viña es espuria,
por buena que salga, la viña es espuria,
te
avena los sudores, la esperanza,
trayéndote
temblores, verdín y pesadillas,
como
los deudores.
Mas
tú no cedas
y
verás que, poco a poco,
destila
sus humores,
como
un amor violeta,
como
la coz de una vaca pariendo.
Son
ojeadas que se despliegan rápidas
como
ponerse chaqueta
y
buscar botas:
da
tiempo a ver si escampa,
si
han salido los limacos,
o si
en el fuego que enciendo
se
quemará la angustia.
Después
sales tú,
voceando
tus años
te
encaminas,
y yo
te sigo
(ternerillo
en celo).
(Traducción de Ángeles Aguado López)
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